Come aprire un e-commerce?

L’e-commerce, o commercio digitale, consiste nella vendita di articoli al dettaglio tramite un negozio virtuale. Ha come vantaggio il fatto che, al contrario di un negozio fisico, costa poco, è raggiungibile da tutti in qualsiasi momento e può tranquillamente operare ed essere efficace in diversi paesi allo stesso momento.

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E-commerce diretto e indiretto

Ci sono due tipi di e-commerce, diretto e indiretto.

L’e-commerce diretto consiste nella vendita di beni non materiali con un riscontro digitale, come possono essere telecomunicazioni, teleradio diffusione, immagini, testi, musica e altri articoli del genere.

L’e-commerce indiretto invece consiste nella vendita al dettaglio di beni fisici ed è il più comune, spesso attraverso piattaforme come Amazon o EBay.

La differenza tra i due tipi di commercio vedremo che è sostanziale, ma iniziamo dalle cose che valgono per entrambe.

Quando aprire partita IVA?

Vale sempre la pena aprire la partita IVA? - No, se si può si evita di aprirla.

Quando devo aprirla allora? - Basta porsi una semplice domanda. Ovvero basta chiedersi se l’attività ti permette di guadagnare più di 5.000 euro all’anno o se si hanno fatture continuative o coordinate.

Se la risposta è no, allora conviene avvalersi della prestazione occasionale, questa infatti ti permette di emettere ricevute con ritenuta d'acconto al 20%, e per importi superiori a 77,47 euro si applica il bollo da 2 euro.

Se la risposta invece è si, bisogna per forza aprire la partita IVA.

Aprire partita IVA

  • Per prima cosa si deve effettuare la richiesta per aprire la partita IVA attraverso la procedura ComUnica, ad un ente abilitato. Sarà molto importante scegliere il giusto codice Ateco e il regime fiscale da adottare

  • Si deve compilare la SCIA per comunicare l’inizio attività al comune dove si è registrata la sede. Questa coincide con la residenza del titolare di partita IVA o con una sede diversa a disposizione del titolare

  • Ci si deve iscrivere al registro delle imprese, dato che l’attività ricade sotto la categoria di attività commerciale di vendita di beni. In seguito, il registro delle imprese rilascia il numero di iscrizione della nuova impresa (il costo si aggira intorno ai 130 euro)

  • Iscrizione all’INPS commercianti. Ovviamente obbligatoria, consiste nel versamento del contributo di 3,600 euro all’INPS in ammontare fisso fino ai 15,000 euro di fatturato, poi dai 15,000 euro in su si aggiunge una percentuale al contributo da versare. Coloro che si avvalgono del regime forfettario si possono avvalere di un’agevolazione contributiva del 35%

I commercianti che sono già impiegati altrove e godono di un trattamento previdenziale da impiegato full-time, non pagheranno i contributi legati all’attività di ecommerce perchè, secondo il requisito della prevalenza, è prevalente l’attività da impiegato rispetto a quella imprenditoriale.

Codice Ateco

Il Codice Ateco è un codice che indica l’attività commerciale che si andrà a svolgere. Il codice per l’ecommerce è “47.91.10 – “Commercio al dettaglio di qualsiasi tipo di prodotto effettuato via internet”.

Questo sarà molto importante perché stabilisce la soglia da rispettare per usufruire delle agevolazioni del regime forfettario.

Regime fiscale

Questi sono i due regimi fiscali consigliati per aprire un e-commerce:

  • Il regime forfettario è un regime fiscale particolare che introduce delle semplificazioni fiscali e contabili per chi lo sceglie. Questo regime permette di avere accesso ad agevolazioni molto convenienti, per esempio il versamento del 5% al posto del 15%, per i primi 5 anni di attività

  • Il regime MOSS, invece, si applica all’e-commerce diretto e permette di prestare servizi in tutta l’Unione Europea senza doversi registrare in ogni paese. Gli adempimenti fiscali da osservare saranno poi relativi solo allo stato di identificazione

Fatturazione da e-commerce

Nella gestione di un’impresa ci sono varie regole per l’emissione di fatture.

Vediamo quando e come si applicano all’e-commerce.

Fatturazione e-commerce indiretto

L’e-commerce indiretto, più diffuso e quindi interessante, avviene specialmente verso privati e consiste in vendite per corrispondenza di merci fisiche.

I commercianti al minuto (compravendita di merci per conto proprio, diretta al consumatore finale) non hanno l’obbligo di emissione di fattura né di scontrino o di ricevuta fiscale, a meno che non sia richiesto dal compratore.

L’unico obbligo consiste nel registrare i corrispettivi giornalieri delle vendite nel registro dei corrispettivi, comprensivi dell’IVA.

Tutte le operazioni commerciali tra soggetti residenti in diversi paesi UE, sono equiparate alla vendita a distanza e seguono le discipline IVA delle operazioni intracomunitarie.

Fatturazione B2C in Italia, indiretto

Nel caso di commercio B2C in Italia, si applica l’IVA solo se il fatturato è maggiore di 35.000 euro. In questo caso il commerciante deve obbligatoriamente nominare un rappresentante fiscale ai fini di assolvere gli obblighi IVA in Italia.

Fatturazione B2C in UE, indiretto

Nei casi di cessioni commerciali verso uno stato UE, se l’ammontare delle cessioni non ha superato la soglia dello stato destinatario nell’anno solare precedente, e se non supera la soglia nell’anno attuale, allora si applica l’IVA Italia (soglia Italia 100.000 euro).

Se si supera la soglia specificata dal paese o se il commerciante sceglie di optare per l’applicazione IVA dell’altro paese, va applicata l’IVA nel paese di destinazione. In questo caso si dovrà acquisire una posizione IVA (identificazione diretta o nomina rappresentante fiscale) nel paese scelto. Di conseguenza, le vendite saranno soggette all’imposta dello stato di destinazione.

L’IVA verrà quindi applicata secondo le regole del meccanismo reverse charge nel paese dell’acquirente.

Fatturazione B2C extra-UE, indiretto

  • Importazioni - Iva, applicata in dogana tramite la bolletta doganale. Va assolta assieme alle imposte doganali

  • Esportazioni - emissione di fattura senza applicazione d’imposta. In questo caso le tasse doganali di importazione sono a carico del destinatario

Fatturazione e-commerce diretto

Si tratta, come abbiamo detto prima di beni non materiali scambiati esclusivamente per via telematica. Racchiudono siti web e web hosting, software, immagini e info, musica, giochi e insegnamento.

Dal primo gennaio 2015, le operazioni di e-commerce diretto saranno assoggettate ad IVA nel paese del venditore, possessore di IVA o meno (comprende B2B e B2C), a prescindere da dove sia stabilito il compratore.

Nei rapporti B2B, il cliente applica l’imposta con il meccanismo di reverse charge. Mentre nei rapporti B2C l’imposta sarà pagata dal fornitore avvalendosi del regime MOSS.

Novità 2019 fatturazione e-commerce diretto

Dal 2019, sarà inserita la soglia annua comunitaria di 10.000 euro. Al di sotto della soglia, le operazioni e-commerce diretto B2C saranno imponibili ai fini dell’IVA nello stato in cui è stabilito il prestatore.

Inoltre, chi si avvale del regime MOSS sarà tenuto a seguire le regole di fatturazione previste dallo stato membro di identificazione del prestatore, e non come avviene dal 2015, cioè applicando le regole di fatturazione del paese del committente.

Conclusione

Se sei arrivato fino a qui avrete capito che l’e-commerce facilita le attività commerciali perché permette di avvalersi di diverse agevolazioni e sgravi fiscali e non richiede una sede di stabilimento fisica.

Se sei interessato a sviluppare la tua attività di e-commerce segui le nostre guide su come espanderti sul web e utilizzare i vari modelli di e-commerce, come il dropshipping.

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